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Apple, Google e la moda crypto

apple_google_e_la_moda_cryptoPer Apple, la vostra fiducia è tutto”. Firmato Tim Cook. È quanto sostenuto dal CEO di Cupertino in una lettera apparsa il 17 settembre sull’homepage della mela morsicata, contestualmente al rilascio di iOS 8 e all’aggiornamento delle policy aziendali in fatto di privacy. A pochi giorni dalla presentazione di iPhone 6, il successore di Steve Jobs si è lanciato in un’operazione trasparenza con cui ha inteso ribadire l’impegno della compagnia nello sviluppo di tecnologie privacy oriented.

IOS 8, l’ultima versione del sistema operativo montato dai “melafonini”, presenta infatti una serie di nuove funzionalità concepite appositamente per garantire una maggior sicurezza alle comunicazioni e ai dati personali dell’utente. Un esempio è l’introduzione della full disk encryption: una sorta di cassaforte virtuale che protegge le informazioni archiviate all’interno di un iPhone e che può essere aperta solo dal proprietario del dispositivo con una password da lui impostata. Un sistema di cifratura blindato, che la stessa Apple non potrebbe scardinare, nemmeno di fronte ad eventuali richieste di collaborazione da parte di forze di polizia e agenzie di law enforcement impegnate in indagini penali.

Non passa neppure un giorno e Google, principale concorrente di Cupertino nel mercato degli smartphone, annuncia che non sarà da meno. Dalla prossima versione di Android (nome in codice L) “la cifratura verrà abilitata automaticamente” ha dichiarato il portoavoce Niki Christoff. “I nostri clienti non dovranno neppure pensare a come attivarla”. Continua a leggere

Google, Wikileaks e la lotta per l’impero delle menti

when_google_met_wikileaksApparentemente Google e Wikileaks hanno molto in comune. Sebbene di tipo non statuale, entrambe sono organizzazioni considerate alla stregua di superpotenze internazionali, per via della loro centralità all’interno dei circuiti d’informazione globale. Dall’alto delle rispettive plance di comando combattono la stessa battaglia – quella per il controllo delle menti –, che conducono attraverso network e piattaforme di comunicazione. Negli ultimi anni, oltre ad aver gettato scompiglio nel sonnecchiante mondo del giornalismo tradizionale, hanno ridefinito lo steccato di valori legittimi entro cui operano gli attori politici. Apertura e trasparenza – a dispetto del loro modello organizzativo imperniato su meccanismi opachi – sono i loro cavalli di battaglia, le loro parole d’ordine, assunte come proprie anche da gran parte dei movimenti sociali sorti in tutto il mondo a partire dal 2011.

A dividere Davide e Golia c’è però una radicale divergenza di vedute in merito alle future prospettive di governance della rete. Per Julian Assange infatti il potere liberatorio di Internet «è basato sulla sua autonomia e sull’assenza di controllo da parte degli stati» mentre per Eric Schmidt – ex CEO di Big G – esso coincide «con gli obbiettivi della politica estera statunitense e con la capacità di connettere paesi non occidentali a mercati e aziende occidentali». Due posizioni inconciliabili, la cui distanza viene saggiata in When Google met Wikileaks (edizioni Or Books), l’ultimo libro firmato dall’istrionico fondatore del sito di whistleblowing. Continua a leggere

Intervista a Claudio ‘Nex’ Guarnieri

Quest’intervista e’ stata realizzata a margine di Hackmeeting 2014, l’incontro delle controculture digitali italiane, svoltosi presso il centro sociale XM24 di Bologna il 27/28/29 giugno. Una sua versione ridotta e’ stata inizialmente pubblicata sul manifesto mentre la versione estesa e’ stata pubblicata in un secondo momento su Cavallette (12) il blog di Autistici/Inventati. Buona lettura.

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E’ apparsa sul Manifesto di qualche settimana fa un’intervista a Nex, un ricercatore del progetto citizenlab.org. Qui di seguito c’e’ la versione completa della chiaccherata rivista dall’autore dell’articolo (ctrlplus.noblogs.org, twitter.com/ctrlplus_) per cavallette.

Secondo noi e’ interessante per due motivi:

  1. Delinea una visione critica del mondo della sicurezza informatica visto dall’interno.
  2. Citizenlab fa un gran lavoro sui malware come strumento di controllo, spesso rivolto nei confronti di attivisti politici.

In Italia si sta tentando di inserirli nella legislazione come “Captatori Informatici” (un termine che rimanda agli “Elaboratori Computazionali” e ai tecnici in camice bianco…), perche’ malware, backdoor, trojan suonavano evidentemente male. Continua a leggere

La frontiera elettronica che vive nel mondo sommerso

deep_web_coverDel deep web, ovvero di quella porzione di Internet invisibile ai motori di ricerca, si sa poco o nulla. Eppure si tratta di un territorio elettronico sconfinato, la cui estensione è di gran lunga superiore rispetto a quella che circoscrive i domini delle major della rete. Sotto il pelo delle acque calme, dove galleggiano placide le grandi piattaforme di comunicazione commerciale, si nasconde infatti un abisso vertiginoso di ecosistemi informativi popolati da mercanti, corsari, avventurieri, banditi, hacker, truffatori di ogni risma e calibro.

Avventurarsi lungo questi immensi fondali non significa però solamente lanciarsi alla scoperta di luoghi affascinanti, selvaggi e irriducibili al comando dei signori della Silcon Valley: vuol dire anche, e sopratutto, misurarsi con le diverse tecno-culture che li attraversano e trovano la loro comune radice in quello spirito libertario che animava l’Internet delle origini. Continua a leggere

Google senza buoni e cattivi

ippolita_coverAttivo fin dal 2005, il gruppo di ricerca Ippolita si è presto affermato come una delle voci più autorevoli nel panorama italiano della teoria critica della rete. A due anni di distanza dal loro ultimo lavoro (Nell’acquario di Facebook, opera in cui veniva decostruito il progetto anarco-capitalista che anima il social network in blu), il collettivo di filosofia radicale torna in questi giorni nelle librerie con il volume La rete è libera e democratica. Falso!. Li abbiamo intervistati.

Glenn Greenwald, il giornalista che ha portato alla luce le rivelazioni di Edward Snowden, in una recente intervista al Manifesto ha sostenuto che «le forme di controllo servono a sorvegliare (e punire, proprio come sostiene Michel Foucault) gli elementi “cattivi” della società, all’interno di una divisione tra buoni e cattivi che crea la legittimazione alle forme di controllo». Ippolita però, più che sulla nozione di “società del controllo”, insiste su quella di “società della prestazione”. Quale differenza passa tra i due concetti?

Siamo abituati a pensare che il tema del controllo sociale sia di esclusivo appannaggio politico, mentre ora è diventato anche una prerogativa commerciale. La capacità di stoccaggio dati di una società come Google infatti è senza dubbio superiore rispetto a quella di qualsiasi stato. E questo per il semplice fatto che Big G ha sviluppato ormai da anni un know how specifico in quest’ambito. Continua a leggere