Archivio mensile:Giugno 2014

L’hackmeeting va in scena

logo_back_black_hackit0x11Qualcuno diceva che la scena hacker era morta. Si sbagliava. O almeno così sembra, a giudicare dal fitto programma di Hackmeeting 2014. Il raduno annuale delle controculture digitali è ai blocchi di partenza e sono centinaia gli hacker che, da oggi fino a domenica, scenderanno in pista per dare vita a una tre giorni di creatività e sperimentazione collettiva, all’insegna di un approccio critico verso le tecnologie digitali.

La sede dell’evento è Bologna, la cornice quella del centro sociale XM24. Nello spazio occupato di via Fioravanti i lavori di preparazione fervono da settimane e negli ultimi giorni diversi “smanettoni” si sono già presentati alla sua porta. Vengono da tutta Italia, qualcuno pure dall’estero. Una volta varcato il cancello dell’ex mercato ortofrutticolo e appoggiato il voluminoso zaino che si portano appresso, cominciano a darsi da fare per contribuire alla riuscita del meeting: c’è chi sistema l’impianto elettrico, chi monta il tendone sotto cui si potrà cercare un po’ di sollievo dalla calura estiva, chi falcia l’erba del prato adibito a camping e chi, naturalmente, cabla le stanze che ospiteranno i talk nel week end. Continua a leggere

La frontiera elettronica che vive nel mondo sommerso

deep_web_coverDel deep web, ovvero di quella porzione di Internet invisibile ai motori di ricerca, si sa poco o nulla. Eppure si tratta di un territorio elettronico sconfinato, la cui estensione è di gran lunga superiore rispetto a quella che circoscrive i domini delle major della rete. Sotto il pelo delle acque calme, dove galleggiano placide le grandi piattaforme di comunicazione commerciale, si nasconde infatti un abisso vertiginoso di ecosistemi informativi popolati da mercanti, corsari, avventurieri, banditi, hacker, truffatori di ogni risma e calibro.

Avventurarsi lungo questi immensi fondali non significa però solamente lanciarsi alla scoperta di luoghi affascinanti, selvaggi e irriducibili al comando dei signori della Silcon Valley: vuol dire anche, e sopratutto, misurarsi con le diverse tecno-culture che li attraversano e trovano la loro comune radice in quello spirito libertario che animava l’Internet delle origini. Continua a leggere

Google senza buoni e cattivi

ippolita_coverAttivo fin dal 2005, il gruppo di ricerca Ippolita si è presto affermato come una delle voci più autorevoli nel panorama italiano della teoria critica della rete. A due anni di distanza dal loro ultimo lavoro (Nell’acquario di Facebook, opera in cui veniva decostruito il progetto anarco-capitalista che anima il social network in blu), il collettivo di filosofia radicale torna in questi giorni nelle librerie con il volume La rete è libera e democratica. Falso!. Li abbiamo intervistati.

Glenn Greenwald, il giornalista che ha portato alla luce le rivelazioni di Edward Snowden, in una recente intervista al Manifesto ha sostenuto che «le forme di controllo servono a sorvegliare (e punire, proprio come sostiene Michel Foucault) gli elementi “cattivi” della società, all’interno di una divisione tra buoni e cattivi che crea la legittimazione alle forme di controllo». Ippolita però, più che sulla nozione di “società del controllo”, insiste su quella di “società della prestazione”. Quale differenza passa tra i due concetti?

Siamo abituati a pensare che il tema del controllo sociale sia di esclusivo appannaggio politico, mentre ora è diventato anche una prerogativa commerciale. La capacità di stoccaggio dati di una società come Google infatti è senza dubbio superiore rispetto a quella di qualsiasi stato. E questo per il semplice fatto che Big G ha sviluppato ormai da anni un know how specifico in quest’ambito. Continua a leggere