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Apple, Google e la moda crypto

apple_google_e_la_moda_cryptoPer Apple, la vostra fiducia è tutto”. Firmato Tim Cook. È quanto sostenuto dal CEO di Cupertino in una lettera apparsa il 17 settembre sull’homepage della mela morsicata, contestualmente al rilascio di iOS 8 e all’aggiornamento delle policy aziendali in fatto di privacy. A pochi giorni dalla presentazione di iPhone 6, il successore di Steve Jobs si è lanciato in un’operazione trasparenza con cui ha inteso ribadire l’impegno della compagnia nello sviluppo di tecnologie privacy oriented.

IOS 8, l’ultima versione del sistema operativo montato dai “melafonini”, presenta infatti una serie di nuove funzionalità concepite appositamente per garantire una maggior sicurezza alle comunicazioni e ai dati personali dell’utente. Un esempio è l’introduzione della full disk encryption: una sorta di cassaforte virtuale che protegge le informazioni archiviate all’interno di un iPhone e che può essere aperta solo dal proprietario del dispositivo con una password da lui impostata. Un sistema di cifratura blindato, che la stessa Apple non potrebbe scardinare, nemmeno di fronte ad eventuali richieste di collaborazione da parte di forze di polizia e agenzie di law enforcement impegnate in indagini penali.

Non passa neppure un giorno e Google, principale concorrente di Cupertino nel mercato degli smartphone, annuncia che non sarà da meno. Dalla prossima versione di Android (nome in codice L) “la cifratura verrà abilitata automaticamente” ha dichiarato il portoavoce Niki Christoff. “I nostri clienti non dovranno neppure pensare a come attivarla”. Continua a leggere

Intervista a Claudio ‘Nex’ Guarnieri

Quest’intervista e’ stata realizzata a margine di Hackmeeting 2014, l’incontro delle controculture digitali italiane, svoltosi presso il centro sociale XM24 di Bologna il 27/28/29 giugno. Una sua versione ridotta e’ stata inizialmente pubblicata sul manifesto mentre la versione estesa e’ stata pubblicata in un secondo momento su Cavallette (12) il blog di Autistici/Inventati. Buona lettura.

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E’ apparsa sul Manifesto di qualche settimana fa un’intervista a Nex, un ricercatore del progetto citizenlab.org. Qui di seguito c’e’ la versione completa della chiaccherata rivista dall’autore dell’articolo (ctrlplus.noblogs.org, twitter.com/ctrlplus_) per cavallette.

Secondo noi e’ interessante per due motivi:

  1. Delinea una visione critica del mondo della sicurezza informatica visto dall’interno.
  2. Citizenlab fa un gran lavoro sui malware come strumento di controllo, spesso rivolto nei confronti di attivisti politici.

In Italia si sta tentando di inserirli nella legislazione come “Captatori Informatici” (un termine che rimanda agli “Elaboratori Computazionali” e ai tecnici in camice bianco…), perche’ malware, backdoor, trojan suonavano evidentemente male. Continua a leggere

Ritratto di un cacciatore di malware

nexA prima vista Nex sembra un ragazzo come tanti. Taglio di capelli alla moda, un paio di sneakers sgualcite ai piedi e in tasca uno smartphone che estrae di tanto in tanto per controllare la mail. Ci incontriamo un pomeriggio di luglio a Bologna in un bar che si affaccia su piazza Verdi, nel cuore della zona universitaria. Sono passate poche ore dalla fine di Hackmeeting 2014 – il raduno delle controculture digitali, tenutosi presso il centro sociale XM24 – e i muri dei portici circostanti sono ancora tappezzati delle locandine pubblicitarie dell’evento.

Anche Nex vi ha preso parte, con un talk che ha fatto il tutto esaurito: nel buio della sala, spezzato soltanto da un fascio di luce irradiato da un proiettore, 150 persone si sono accalcate per ascoltare in religioso silenzio i suoi “racconti di sorveglianza digitale”. Due ore densissime, in cui l’hacker ha snocciolato gli episodi più significativi relativi agli ultimi due anni della sua vita. Anni vissuti pericolosamente, in prima linea contro l’industria del malware, ovvero contro quelle aziende private (come la tedesca Gamma International o l’italiana Hacking Team) che producono virus, spyware e software malevoli in grado di infettare qualsiasi dispositivo digitale – dagli smartphone ai personal computer – e metterne sotto controllo le comunicazioni. Una merce, com’è facile immaginare, richiestissima da polizie e servizi segreti di tutto il mondo, interessate a monitorare passo passo le attività di militanti politici e giornalisti non allineati. Continua a leggere

L’hackmeeting va in scena

logo_back_black_hackit0x11Qualcuno diceva che la scena hacker era morta. Si sbagliava. O almeno così sembra, a giudicare dal fitto programma di Hackmeeting 2014. Il raduno annuale delle controculture digitali è ai blocchi di partenza e sono centinaia gli hacker che, da oggi fino a domenica, scenderanno in pista per dare vita a una tre giorni di creatività e sperimentazione collettiva, all’insegna di un approccio critico verso le tecnologie digitali.

La sede dell’evento è Bologna, la cornice quella del centro sociale XM24. Nello spazio occupato di via Fioravanti i lavori di preparazione fervono da settimane e negli ultimi giorni diversi “smanettoni” si sono già presentati alla sua porta. Vengono da tutta Italia, qualcuno pure dall’estero. Una volta varcato il cancello dell’ex mercato ortofrutticolo e appoggiato il voluminoso zaino che si portano appresso, cominciano a darsi da fare per contribuire alla riuscita del meeting: c’è chi sistema l’impianto elettrico, chi monta il tendone sotto cui si potrà cercare un po’ di sollievo dalla calura estiva, chi falcia l’erba del prato adibito a camping e chi, naturalmente, cabla le stanze che ospiteranno i talk nel week end. Continua a leggere