Del deep web, ovvero di quella porzione di Internet invisibile ai motori di ricerca, si sa poco o nulla. Eppure si tratta di un territorio elettronico sconfinato, la cui estensione è di gran lunga superiore rispetto a quella che circoscrive i domini delle major della rete. Sotto il pelo delle acque calme, dove galleggiano placide le grandi piattaforme di comunicazione commerciale, si nasconde infatti un abisso vertiginoso di ecosistemi informativi popolati da mercanti, corsari, avventurieri, banditi, hacker, truffatori di ogni risma e calibro.
Avventurarsi lungo questi immensi fondali non significa però solamente lanciarsi alla scoperta di luoghi affascinanti, selvaggi e irriducibili al comando dei signori della Silcon Valley: vuol dire anche, e sopratutto, misurarsi con le diverse tecno-culture che li attraversano e trovano la loro comune radice in quello spirito libertario che animava l’Internet delle origini. Continua a leggere